La scomparsa di Renzo Scarpelli

Pubblicato il 8 Novembre 2022

La scomparsa di Renzo Scarpelli

Era il 23 novembre 2019, solo tre anni fa ma sembra molto di più, allora eravamo ignari che la pandemia fosse dietro l’angolo pronta a stravolgere il nostro mondo. A Villa Bardini si teneva la presentazione del Volume sulla vita e le opere in commesso fiorentino della famiglia Scarpelli. Avevamo fortemente voluto che quello straordinario lavoro di raccolta costruito sapientemente dai racconti di chi amava quell’arte e dai protagonisti stessi che si fanno apprezzare per le loro doti umane e artistiche si celebrasse in un luogo in cui la vista affonda su Firenze e la percorre tutta.

“Io ho iniziato quando in bottega non avevamo neppure il telefono” ci raccontava Renzo che appariva a tutti noi seduti in platea ammirati nel carpire nel suo sguardo brillante, ancora giovane, forte e allo stesso tempo detentore di segreti straordinari, di quella saggezza che si sposa con il tempo. Eravamo incantati dalla sua arte e dai racconti sulla ricerca delle pietre per realizzare le sue opere in Commesso fiorentino.
Renzo oltre che una un grandissimo artigiano è ed è stato un narratore formidabile. Dopo la sua serena infanzia in Mugello, negli anni sessanta trasferitosi a Firenze fa l’apprendista nella bottega del Fiaschi in via Guicciardini fino a quando, mattoncino dopo mattoncino, riesce ad aprire la prima bottega di 30 metri quadri vicino a casa, poi la seconda un po’ più grande in via aretina nel 1977 e lavorando conto terzi si avvia verso la conquista della bottega in Piazza Duomo. E poi nel 2008 l’acquisto del negozio a duecento metri dall’Opificio delle Pietre Dure e il restauro della bottega museo di via Ricasoli.

Tra i capolavori più riusciti di Renzo c’è la sua famiglia con la moglie Gabriella, concreta, roccia e luce, madre e nonna premurosa e affidabile. Catia, la splendida figlia dedita al marketing e alla comunicazione, il fratello Leonardo talentuoso e creativo ex giocatore di calcio con la maglia n.10, appassionato di viaggi in terre lontane, diplomato all’Istituto d’Arte dal ’92 entra a far parte della bottega del padre e realizza opere in commesso e mosaico.

E poi i collaboratori, preziosi tasselli di questa famiglia che realizza immagini tridimensionali. Il commesso è come una forma di pittura di pietra, eterna come i soggetti che li ispirano, i fiori delle campagne toscane, selvatici e coltivati, le scene di vita. Le nuove generazioni, Luna e Diego, figli di Catia e Jael figlio di Leonardo hanno avuto la grande fortuna di immergersi in questa splendida atmosfera familiare capitanata dal nonno Renzo e di raccogliere pietra dopo pietra il testimone di questa grande eredità. Oggi la bottega conta circa 30 mila visitatori l’anno e rappresenta una delle cinque botteghe al mondo specializzate nella lavorazione del Commesso fiorentino. Renzo se ne è andato troppo presto, ha lasciato un’eredità molto importante nei suoi straordinari 50 anni di vita a bottega, il grande traguardo storico e il Fiorino d’oro che avrebbe ricevuto a breve.
Ciao Renzo non ti dimenticheremo.

Foto:
Courtesy Bottega Scarpelli
La foto di Renzo al banco con l’archetto è di Dario Garofalo. Courtesy Gruppo Editoriale

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