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L’utilizzo di materiali e coloranti naturali come percorso di ecosostenibilità e riscoperta delle tradizioni

22 Mar 2023

Nel laboratorio di TeDeSLab WEAVE le materie prime colorate in maniera naturale fanno parte di un importante percorso di ecosostenibilità.

La tessitura è un’arte antica e affascinante che ha attraversato i secoli, e negli ultimi tempi si è rinnovata anche riscoprendo l’ utilizzo di filati con colorazione naturale. La colorazione naturale dei filati utilizza materiali vegetali o animali per creare pigmenti che vengono utilizzati per tingere i fili. Questi materiali possono includere radici, bacche, fiori, corteccia, foglie, semi e persino insetti come la cocciniglia. La colorazione naturale è un processo molto più sostenibile rispetto alla colorazione chimica, che utilizza prodotti chimici tossici per tingere i tessuti. Nel corso della storia, le tinture venivano realizzate soprattutto attraverso materiali disponibili localmente; i tessuti ottenuti, che spesso presentavano tinte brillanti e persistenti come quelle ottenute da invertebrati marini, per esempio la chiocciola marina, oppure da un insetto chiamato kermes, nell’ antichità venivano considerati oggetti di lusso molto apprezzati dai ceti più abbienti.

Tingere con coloranti naturali è una tecnica arcaica, che va eseguita con attenzione e con tanto tempo a disposizione. Non tutti i materiali si possono tingere facilmente usando coloranti naturali, e sono proprio le fibre di origine vegetale come il cotone, la canapa, il lino, la seta, la lana a riuscire ad accogliere la colorazione naturale e a mostrare più fedelmente la tinta. Le prime tracce dell’ utilizzo di coloranti naturali risale al neolitico, ed in alcune zone dell’ Asia le testimonianze giunte sino a noi indicano il loro utilizzo già da almeno 5000 anni. Era un lavoro duro e faticoso, che veniva fatto da artigiani specializzati con procedimenti che quasi sempre si tramandavano da una generazione all’ altra. L’ utilizzo dei coloranti sintetici risale a circa la metà del XIX secolo, periodo in cui furono inventati anche i materiali sintetici per le tessiture, molto più difficili da tingere con i coloranti naturali. Purtroppo, nell’ odierno mercato delle materie prime i filati tinti naturalmente sono difficili da ottenere poiché, a parte rari casi, l’industria tessile fa uso quasi esclusivamente di tessuti e filati colorati sinteticamente.

Ci sono molti vantaggi nell’utilizzare filati naturali per la tessitura manuale. In primo luogo, i filati naturali sono prodotti utilizzando materiali sostenibili biodegradabili, che hanno un impatto ambientale ridotto rispetto ai filati sintetici prodotti con materiali petrolchimici. In secondo luogo, i filati naturali hanno un aspetto e un’esperienza tattile incomparabili. I colori naturali possono variare leggermente in base alla stagione, alla posizione e all’età della pianta o dell’animale da cui sono stati prodotti i filati: ciò significa che ogni pezzo tessuto con filati naturali avrà una bellezza unica e naturale; inoltre, i tessuti ottenuti da filati naturali sono spesso più morbidi e confortevoli da indossare, e con varietà di tonalità di colore che non si possono ottenere con i filati sintetici.

Come le allieve di TeDeSLab WEAVE hanno avuto modo di sperimentare, l’utilizzo di filati con colorazione naturale offre anche una maggiore flessibilità e creatività nella tessitura. Poiché questi filati sono disponibili in una vasta gamma di colori e sfumature, le nostre artigiane possono sperimentare e creare nuovi design e motivi; inoltre, i filati utilizzati nel nostro laboratorio possono essere miscelati tra di loro per creare tessuti ancora più personalizzati e originali. Inoltre, i tessuti realizzati con filati naturali possono avere un aspetto più autentico e artigianale, che può essere particolarmente gradito da coloro che apprezzano l’artigianalità e la sostenibilità dei prodotti.

Oggi, l’ utilizzo di materie prime colorate in maniera naturale fa parte di un importante percorso di ecosostenibilità che nell’ esperienza di TeDeSLab WEAVE si vuole abbracciare interamente; l’ intento è di raggiungere un obiettivo di  moda “sostenibile”, oggi considerata una filosofia di design e tendenza in forte crescita, e la cui finalità è quello di creare un sistema che rispetti l’ambiente causando danni minimi. Questa filosofia abbraccia tutte le fasi di creazione dei prodotti a marchio WEAVE, dall’ ideazione alla scelta delle materie prime, dalla tessitura all’ imballaggio e trasporto, senza dimenticare lo smaltimento e l’ eventuale riciclo o riuso dei tessuti. Anche l’utilizzo di materiali naturali, organici o riciclati, può ridurre l’impatto ambientale della produzione tessile. Ad esempio, il cotone biologico e la lana biologica sono materiali più sostenibili rispetto al cotone e alla lana convenzionali, che invece richiedono l’uso di pesticidi e sostanze chimiche nocive. L’ ecosistema mondiale è oggi messo a dura prova dall’ impatto nocivo dell’ industria tessile, e ciò a cui aspiriamo è dare un contributo positivo applicando i concetti base della moda sostenibile.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che utilizzando filati naturali spesso è possibile sostenere i produttori locali e le comunità rurali; difatti, molti filati naturali sono prodotti da artigiani locali utilizzando tecniche tradizionali di tessitura e tintura, e acquistando i loro prodotti si può contribuire non solo a preservare queste antiche tradizioni, ma anche a sostenere economie locali spesso molto povere.

C’è anche un altro importante aspetto da considerare: all’ inizio del secolo scorso, periodo in cui è nato il Fiocco Leccese, nella maggioranza dei casi i filati che si utilizzavano per ottenere i tessuti non erano trattati con colorazioni sintetiche, motivo per cui la scelta di utilizzare materie prime di origine naturale e con colorazioni naturali non è solo il contributo che Tedeslab WEAVE vuole dare alla salvaguardia dell’ ambiente, ma è anche una precisa scelta che va in direzione della conservazione quanto più possibile fedele delle antiche tecniche di tessitura tradizionale locale.


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